Torna al sito Castelmagno-oc


Primum vivere!!

Dopo l’ennesimo attacco del lupo, vedendo i resti di un vitello a poche decine di metri dal paese mi è tornato alla mente un racconto che più volte mia nonna mi ha ripetuto in gioventù.
Era il 1908 e un lupo aveva ucciso e divorato un suo compagno di scuola al pascolo alle grange di Curbia, sopra Albaretto Macra.
Allora la campana aveva chiamato a raccolta gli uomini, la “desena” aveva ucciso “la bestio”, ma per un po’ nessun bimbo era stato lasciato solo.

Per lei e per la popolaziona alpina il lupo era in competizione con l’uomo e per giunta antropofago, poi la storia è cambiata.
Ora mi si parla del lupo in termini diversi da come me lo si raccontava in gioventù.

Ora è diventato buono ed è il benvenuto, peccato che il benvenuto sia dato a casa altrui e senza sentire il parere dei proprietari di quella casa, nel ‘600 ululava sulla colline torinesi, lo facesse ora cosa succederebbe?
Il lupo per gli studiosi ha attaccato l’uomo fino alla fine dell’ottocento, poi ha cambiato il suo menù, tutte balle!

“...Oggi < esperti > pagati con i denari del contribuente vanno nelle scuole per convincere (nell'accezione di manipolazione intenzionale) gli alunni che le favole erano false, che il lupo è buono, che sbrana la pecorella proprio quando non ha di meglio e che mai e poi mai può essere pericoloso per l'uomo.
Sono le stesse balle che raccontano a proposito dell'orso….” (1)

La verità è che il nostro è un animale intelligente e “culturale”, il suo comportamento non sta solo iscritto nei geni, ma la madre lo insegna ai suoi cuccioli a seconda delle circostanze.
Nel tempo ha imparato che era meglio star lontano dal bipede armato perché era in gioco la sua sopravvivenza, ora però non è più pericoloso, l’uomo non ammazza più, è inerme e innoquo anche quando si predano i suoi animali domestici.
Alcune generazioni lupine potrebbero bastare per cancellare l’atavica paura e il lupo potrebbe nuovamente attaccare l’uomo? Ma lo sta già facendo!

Un rapporto dal titolo The fear of wolves: A review of wolf attacks on humans, [La paura del lupo. Una rassegna dei casi di aggressioni all'uomo] è stato pubblicato nel 2002 in Norvegia dal Norsk Insitutt for Naturforskning.

In Polonia nel 1937 furono uccisi 5 bambini (su 10 attaccati) nei villaggi di Tymoszewicze e Hryniewicze; tra il 1945 e il 1947 a Valdimir si registrarono 10 morti per attacchi di lupi (per lo più bambini).
In Spagna a Vimianzo venne ucciso un bambino nel 1957 nel villaggio di Vilare in Castrelo; nel 1958 nel vicino villaggio di Tines vennero uccisi due bambini; a Rante nel 1974 su 4 persone aggredite dai lupi 2 morirono.
Nella Russia europea a Kirov tra il 1944 e il 1950 vennero uccisi dai lupi 22 tra bambini e ragazzi (tra i 3 e i 17 anni); a Oritji tra il 1951 e il 1953 vennero uccisi 4 bambini; ad Arkadek un lupo rabido aggredì 10 persone e una morì.
In Lituania 11 persone sono state uccise dai lupi tra il 1900 e il 1937. In Estonia nel 1980 una donna anziana è morta (per le ferite) in seguito all'attacco di un lupo. (2)

Questa statistica esclude casi dubbi e non è aggiornata, ma la sostanza è che il lupo è sempre quello, la differenza è che la campana della “desena” non suona più, perché la libertà che è stata il fulcro del vivere il monte è stata cancellata e la popolazione alpina è stata estromessa da tutto quanto concerne la gestione della fauna e del territorio.
Il lupo non è però una questione da discutere solo a Torino, ci riguarda da vicino e va al più presto tolta dalle mani di coloro che di lupo vivono.
Cosa deve ancora succedere perché ci si accorga che occorre prendere provvedimenti?
Spero che i nostri sindaci comincino a capire che la questione è anche di loro competenza.

Mariano Allocco
Presidio Alpino - Prazzo\Valle Maira

(1) Prof. Michele Corti, Università degli Studi di Milano, Sistemi Zootecnici e pastorali montani.

(2) http://www.ruralpini.it/Inforegioni02.08.10.htm



Settembre 2010


 Per contattarci: presidioalpino@tiscali.it