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Prede o predatori?

Parliamoci chiaro, la presunzione della "convivenza possibile" tra predatore e animali in alpeggio è un assunto ideologico. In val Maira l'alpeggio ovino ha chiuso, tra breve andrà ridiscusso quello brado di bovini e equini e l'alpeggio, così come lo si è gestito per secoli, non sarà più possibile.

Il nuovo piano di difesa degli ovini dal lupo della Regione (delibera Giunta n° 38 del 15/2) prevede la sorveglianza continua del gregge, il confinamento notturno degli animali, i cani da guardiania, i dissuasori acustici, la gestione coordinata delle greggi fra più soggetti e "il Piano aziendale dovrà valutare anche la possibilità di variare la zona di monticazione temporaneamente, definitivamente o per parte della stagione di alpeggio" (!?!?), ecc...

Un piano per me velleitario, finanziato con 74.000 € che vanno ad aggiungersi alle centinaia di migliaia di euro già spesi e che mette la parola fine dell'attuale modo di gestire gli alpeggi.
Invito però ad allargare l'orizzonte dell'analisi a quanto sta succedendo sui monti anche su altri piani, per cercare di capire il perché di un approccio da parte della struttura di potere che ha la sua centralità sull'ambiente e le sue risorse e considera marginali gli interessi dell'uomo che lo vive..
E se, per assurdo, il problema in montagna non fossero i lupi, ma la presenza dei montanari?

Se così fosse, e comincio a credere che lo sia, capirei la riduzione dei servizi nei comuni alpini, il disinteresse ai ragazzi che vanno alle superiori dalle testate di valle, la disapplicazione silente della legge nazionale per la montagna, il tener fuori le zone alpine dai collegamenti telematici, l'attuale impianto istituzionale, il disegno dei confini dei collegi elettorali, ecc...

Allora va bene stanziare centinaia di migliaia di euro per gestire il lupo e glissare, ad esempio, sui sussidi per i giovani studenti e sulla defiscalizzazione per le imprese alpine, si comprende allora il disinteresse sulla questione montana, l'interesse per lo sfruttamento delle ultime risorse delle valli e le decisioni by partisan sulle grandi infrastrutture.

Tutte cose che il lupo non mette in discussione, ma il montanaro sì, allora mi chiedo se in una società che scivola inconsciamente verso un reality collettivo e quotidiano ci sia ancora spazio per il montanaro.
Il pastore è da tempo accusato di 'mancanza di una cultura di convivenza con il predatore', ma qui bisognerà far chiarezza su chi è il predatore e chi la preda, tornerò sull'argomento.

Un'ultima raccomandazione, visto che siamo in campagna elettorale, guardate che le considerazioni di cui sopra sono rivolte "a l'ase e a qui lou toucha", all'asino e al suo conduttore, alla destra e alla sinistra.



Mariano Allocco
Presidio Alpino- Prazzo\Valle Maira

Febbraio 2010

 Per contattarci: presidioalpino@tiscali.it