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Castelmagno, tra storia e leggenda...

"Lou Drai e l'àpia entla Rocha dal Chastlar"
(Il Drago e l'ascia nella Roccia del Chastlar)
di Lucio Alciati




Esiste più di un luogo, nella nostra piccola valle Grana, che riporta il nome del Drai. Nome che sarebbe, poi, la traduzione in occitano di Orco. Ma che nei nostri luoghi esistesse, anche, un’ascia conficcata nella roccia, non me lo aspettavo proprio. Eppure una anziana signora di Castelmagno mi assicurò che l’aveva vista davvero in quel di Chastlar, nel versante che da su Chiotti. Ho percorso diverse volte i fianchi e la cima di tale montagna e seguendo varie indicazioni, alla fine, tra centinaia di massi, anch’io sono riuscito a vedere la fantomatica roccia dove su un suo lato è conficcato, quel che pare, un pezzo di pietra a forma di ascia.
Naturale o artificiale? A parer mio è opera naturale.
Comunque attorno a questa indubbia curiosità la fantasia popolare ha creato una storia.

Tanto è che la stessa signora che mi segnalò l’ascia mi disse che la stessa, fino a poco tempo fa, aveva persino un manico di legno. Forse opera di qualcuno che voleva rendere più suggestiva la leggenda. Una leggenda che ha inizio nella notte dei tempi, dopo la catastrofe che colpì l’antico e gioioso villaggio che sorgeva alle pendici del Chastlar. Distrutto dalla stessa spietatezza ed egoismo dimostrato dai suoi abitanti nei confronti di un povero mendicante. Spietatezza che costò cara. Quel luogo diventò tetro, sterile e ormai irrecuperabile e divenne dimora di un Orco chiamato dalla popolazione locale, Lou Drai. Abitava in una caverna formatasi dalle rocce che erano rovinate a valle a causa del gran disastro e qualcuno afferma ancora adesso che quella caverna va a sbucare sulla cima del monte Chastlar.
Lou Drai razziava gli animali e pretendeva servigi dietro minaccia di morte. Insomma seminava terrore e nessuno osava contrastarlo.

Un giorno l’Orco rapì la figlioletta di un bousquìe (boscaiolo) del posto. Forse per farla sua sposa o forse per farla sua serva e schiava o, peggio, per divorarla. Il boscaiolo, per il grande amore che aveva per questa sua figlia, come peraltro tutti i genitori hanno per i propri figli, si recò in cima al Chastlar a cospetto del terribile Drai.
Chiedeva misericordia per sua figlia, si offrì schiavo in cambio di sua figlia, era determinato per sua figlia e in cambio della sua liberazione donava la propria vita. Aveva solo più lei .


Sua moglie era morta in giovane età dandola alla luce e il suo unico figlio maschio era caduto in battaglia .
L’Orco visto l’ardimento di quel boscaiolo, l’unico che avesse avuto,fin a quel momento, il coraggio di affrontarlo, volle dargli una impossibile possibilità.
Anzi sicuro che il boscaiolo non sarebbe mai riuscito a compierla si sbilanciò e propose una scommessa. Se il boscaiolo riusciva a ripulire, in tre giorni, tutto il Chastlar dalle centinaia di pini che erano stati sradicati e travolti dal memorabile e catastrofico uragano scatenatosi a seguito della antica cattiveria , liberava la sua figliola ma ancor di più si impegnava ad abbandonare il Chastlar.
Per il boscaiolo si prospettava un’impresa ciclopica.
Ma non si scoraggiò, accettò, lavorò duramente e con grande animo superò persino il limite del dolore muscolare, della fame, della sete. Alla fine del terzo giorno, tra lo stupore e l’angoscia del Drai, sistemò l’ultimo tronco sulla gigantesca catasta e, infine, conficcò quello che rimase dell’ascia che gli fu compagna nell’impresa e che ormai dal grande lavoro era diventata di pietra, sul fianco di una roccia. Una particolare roccia a forma di menhir che ancora adesso, a memorabile ricordo dell’inumana impresa, è lì.
L’Orco liberò la ragazza, se ne andò e ai piedi del Chastlar nacque un nuovo villaggio costruito proprio con la legna prodotta dal grande lavoro del boscaiolo.
A questo villaggio gli diedero il nome di Chiotti.
Ma il Drai, nella scommessa, non disse che se ne andava per sempre.
Sembra, infatti, che sia in attesa di ritornare appena gli abitanti del luogo si dimostreranno nuovamente impietosi verso il prossimo mendicante che passerà in quei luoghi.



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