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Cumuna de CHASTELMANH - Comune di CASTELMAGNO




Chastelmanh (Castelmagno) con le sue quindici frazioni:
Champdamoulin (Campomolino), Niroun (Nerone), Quiot (Chiotti), Quiap (Chiappi), Tech, Arbouna (Narbona), Inaout (Einaudi), Coulet (Colletto), La Crous (Croce), Albrè, Champdarfei (Campofei), Valiéra (Valliera), Batouira (Batuira), Caouri (Cauri), Rulavà (Riolavato), il suo Santuario dedicato a San Magno martire, ès soues granges (le sue malghe) Pilounet, Fourest, Chimou, Enfernet, appartiene
alla Regione Occitana, regione compresa geograficamente tra le Alpi, i Pirenei,
il Mediterraneo e l'Atlantico francese.
L'Occitania è una delle così dette "Nazioni Proibite" d'Europa.
Essa non ha mai costituito, nella sua interezza, uno stato unitario, ed è pertanto identificabile solamente con criteri socio-linguistici.

Come avrete notato non esiste un paese vero e proprio denominato "Castelmagno", esso è riferito all'intero territorio comunale.




Castelmagno, posto in cima alla Valle Grana, è facilmente raggiungibile in circa mezz'ora da Caraglio, primo paese del fondovalle e in meno di tre quarti d'ora dalla città di Cuneo.

Nel periodo estivo, da fine giugno fino alle prime nevicate, è anche possibile arrivarci dalla valle Stura
tramite i Colli Valcavera e Fauniera, oppure dalla valle Maira attraverso il colle d'Esischie, percorrendo una bellissima
via panoramica d'alta quota che, partendo da Sampeyre in valle Varaita, permette di arrivare a Valdieri
in valle Gesso attraverso incantevoli paesaggi a 2000 m. d'altidutine.




Il Colle Fauniera, (2.481 m s.l.m.) è un valico alpino situato nelle Alpi Cozie in Piemonte, collega le Valli Stura e Grana della Provincia di Cuneo. Poco sotto il colle, nei pressi del Rifugio Fauniera vi è la Fonte Nera ("Font Niéra" nella locale lingua occitana), da essa nasce il Torrente Grana.
Sulla destra orografica del colle, sono presenti la Cima Fauniera e la Punta Fauniera, mentre su quella di sinistra è ben visibile la Cappelletta dell'Assunta, fatta erigere nel 1954 da Don Giulio Bruno, rettore per lunghissimo tempo del Santuario di Castelmagno.



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Salendo dal versante di Castelmagno, a circa un km. dalla vetta, si incontra il Colle d'Esischie, da lì è possibile scendere nella confinante Valle Maira.
Poco oltre il Colle Fauniera vi è il Vallone dei Morti, Il suo nome è dovuto ai moltissimi soldati caduti in una sanguinosa battaglia della guerra di successione austriaca, quando nel 1744, i franco-spagnoli, passando attraverso i piani della Bandia oltrepassarono il Colle Valcavera per dirigersi inutilmente ad assediare la città Cuneo e si scontrarono con l'esercito dei piemontesi.

Nel 2014, i tratti di strada che collegano al colle partendo da S.Giacomo di Demonte (Valle Stura) e dal
Santuario di Castelmagno (Valle Grana), cessano di essere di servitù militare attraverso l'Atto Ufficiale di Acquisizione dall'Esercito Italiano da parte dei Comuni di Demonte e Castelmagno.



I nostri tesori

Il Santuario
di S.Magno

Le caratteristiche
borgate

Il Castelmagno
D.O.P.

L'ambiente e i percorsi
escursionistici


Il paese con tutta probabilità prende il nome da un castello di forma quadrata, con quattro torrioni agli angoli, di cui rimangono poche tracce nella borgata Colletto.
Il luogo doveva essere noto ai romani, che vi lasciarono un'"arula" dedicata a Marte, ora murata sul retro del suo famoso santuario. La sua storia, comune a quella dell'intera valle Grana, è legata al vescovo di Torino, a Cuneo e alle sorti degli angioini, dei marchesi di Saluzzo e dei Savoia.
Al rinomato Santuario, dedicato a San Magno, eroe della mitica Legione Tebea, protettore del bestiame, accorrono ogni anno, particolarmente il 19 Agosto, festa del patrono, pastori, margari e gente comune, per presenziare alle cerimonie religiose, ai festeggiamenti e alla sfilata della famosa
Baìa di Castelmagno.
A Castelmagno da oltre trent'anni opera il Centro Occitano di Cultura "D. Dalmastro", un'associazione che si adopera per la tutela, la valorizzazione e la promozione della lingua d'OC.


Carte Storiche di Castelmagno (1745-1757)

La storia ci riporta alla metà del 1700, epoca della nascita dello Stato Sardo o Regno di Sardegna e ci narra che il Re Sabaudo, tra il 1738 e il 1744, nomina gli ingegneri Giuseppe Celoniano, Antoine Durieu, Giovan Battista Sottis, Domenico Carello, Giovanni Giacomo Cantù per l'elaborazione della "Carta del Piemonte occidentale, dalla frontiera del contado di Nizza sino alla Valle di Lucerna, e da Cuneo a Saluzzo sino alle frontiere di Francia", comprendente le valli Gesso, Stura, Grana, Maira, Varaita e Po, la carta è composta da 11 parti.

I lavori per rilevare, rappresentare e descrivere il territorio procedono tra il 1745 e il 1757 durante le campagne
contro i Gallo-Ispani: nella bella stagione sul campo, in inverno nello studio per l'elaborazione dei dati.

Nelle vallate le squadre di lavoro sono composte da: ingegnere topografo, traboccanti per le misure,
esperti locali per le informazioni, lavoratori per il trasporto dei materiali.
La singole valli sono ricomposte in un unico quadro di 672x744 cm. Nell'affresco, il cui originale è custodito presso l'Archivio di Stato di Torino, l'idrografia, la rete stradale e l'orografia hanno linguaggio comune.



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Castelmagno, con delibera del consiglio n° 15 del 1/4/2000, ha sancito la sua appartenenza alla minoranza linguistica storica occitana.

Questo è stato possibile grazie alla
legge n°482 del 15/12/1999 che attua l'articolo 6 della Costituzione italiana.
Il nome di Castelmagno è soprattutto legato alla produzione artigianale dell'omonimo formaggio, che dal 1982, grazie all'impegno dell'allora
sindaco Gianni De Matteis, si fregia del riconoscimento nazionale D.O.C e dal 1996 il riconoscimento europeo D.O.P, quest'ultimo costituisce, con il turismo, una notevole risorsa per la valle.
L'origine del Formaggio Castelmagno è antichissima: esso è forse di poco posteriore, se non contemporaneo, al Gorgonzola, che era già conosciuto nel 1100.

Che il Castelmagno fosse rinomato anche in tempi molto remoti, lo dimostra il testo di una sentenza arbitrale del 1277, secondo la quale, per l'usufrutto di alcuni pascoli in contestazione fra i Comuni
di Castelmagno e di Celle di Macra, si fissava come canone annuo "da pagarsi al Marchese di Saluzzo" una certa quantità di formaggi di Castelmagno, che è presumibile siano stati dello stesso tipo di quelli che si fabbricano attualmente.
L'Ottocento è l'epoca d'oro di questo prestigioso formaggio: nei dettagliatissimi censimenti dello "Stato Sardo-Regno di Sardegna" (1720-1861) risalenti alla prima metà dell'800, si fa spesso riferimento a Castelmagno come "luogo ove viene prodotto il ricercatissimo omonimo formaggio".

Sul territorio comunale operano ristoranti, trattorie, agriturismi, botteghe e rifugi alpini che amano proporre prodotti e piatti della cucina locale, quali le famose "ravioles", fatte con patate, farina e cagliata del formaggio Castelmagno, condite con panna e burro, gli gnocchi al castelmagno, la "poulenta esleschà" ecc…
Nell'ultimo decennio sono altresì comparsi laboratori artigianali specializzati nella produzione di liquori, nella scultura del legno e ultimamente nella produzione di miele e biscotti artigianali.


Cose da Vedere:


Il Santuario di San Magno


Il Santuario di San Magno
, come lo si vede oggi, fu costruito tra il 1704 e il 1716, ma conserva documenti artistici precedenti di notevole interesse.
Altre opere importanti furono portate a termine nella seconda metà dell'Ottocento: nel 1845-48 fu sopraelevato il campanile; tra il 1861 e il 1886 venne edificato l'imponente porticato ai lati del Santuario; sopra le maestose arcate vennero ricavati i locali per l'accoglienza dei pellegrini.
La Cappella Allemandi contiene affreschi della seconda metà del XV secolo attribuiti a Pietro da Saluzzo, pittore noto come "Maestro del Villar". Un'altra cappella, detta "Cappella vecchia", fu integralmente affrescata da Giovanni Botoneri di Cherasco nel 1514. Gli affreschi occupano 17 scomparti, che narrano la condanna e la passione di Gesu' a partire dal suo ingresso trionfale in Gerusalemme.
Interessante è la rappresentazione dei sette martiri tebei: San Magno al centro, con San Maurizio, San Costanzo, San Ponzio, San Chiaffredo, San Dalmazzo, San Pancrazio. Degna di attenzione è la ricchissima collezione di ex voto.

In anni recenti sono stati realizzati locali di accoglienza e ristoro per pellegrini e turisti ed è stato ampliato e ristrutturato il piazzale antistante il Santuario, su di esso, dall'estate del 2000, migliaia di persone assistono al concerto dei Lou Dalfin.




I nostri musei


Sul territorio del Comune di Castelmagno sono presenti tre musei.

A Campomolino, in un vecchio caseggiato, dalla primavera 2015 è presente
"Casa Narbona". In essa, sono stati ricostruiti alcuni interni originali della frazione, per mezzo mobili e oggetti recuperati con dovizia dagli ideatori della
casa museale nella famosa borgata abbandonata agli inizi degli anni '60 e ormai quasi del tutto crollata.


In fraz. Chiappi, è presente quello "Dal Travai d'isì" ubicato in una abitazione costruita nel 1684, raccoglie buona parte degli attrezzi da lavoro di questo piccolo angolo della montagna occitana.
Dispone di un catalogo bilingue occitano-italiano in cui sono illustrati
tutti gli attrezzi in mostra.

In fraz. Colletto, vi è quello della
"Vita d'isì" improntato sulla memoria
della vita quotidiana con una sezione particolare dedicata ai lustrascarpe.
Il "PICHOT MUZEOU" è nato nel 1992 a cura di Olga Martino e Graziano Cardellino con il sostegno del Centro Occitano di Cultura "Detto Dalmastro". In un ambiente antico sono esposti oggetti e strumenti della vita quotidiana, documentati e descritti in lingua occitana e italiana.




Ambiente e territorio...


Per gli appassionati di trekking ed escursionismo a Castelmagno è presente una fitta
rete di sentieri ultimamente ripuliti e segnalati.
Degne di segnalazione sono l'escursione all'ormai famoso antico villaggio abbandonato di
Arbouna (Narbona), percorrendo l'omonimo vallone ricco di fossili e sormontato dall'imponente Rocca La Bercha, ispiratrice di inquietanti leggende.
Molto interessante la visita alle antiche borgate di Batuira, Valliera, Campofei, ricche di tipici e puri esempi di tipologia insediativa montana, con imponenti colonne circolari, ampie arcate in pierta e caratteristici comignoli coi bocchi dei fornelli decorati da pietre disposte a raggiera.
Per gli amanti dell'alta quota si consiglia la risalita ai Monti
Tibert e Tempesta, dai quali, nelle giornate di cielo terso, è possibile un'imponente vista sull'arco alpino e sulla pianura piemontese.



A poca distanza da essi ci si può rinfrescare entrando nel
"Pertus d'la Patarassa", la grotta del ghiaccio perenne.

A Castelmagno, in un ampio pianoro posto ai piedi del Colle Fauniera, nasce il torrente Grana che dà il nome all'intera valle e che nel Maggio 2008 è stato protagonista di una
disastrosa alluvione.

Nella stagione estiva per gli amanti del mountain bike sono presenti numerosi itinerari, da quelli più semplici, come la risalita dello sterrato che dalla fraz. Colletto porta alle "grange Sarià", al più impegnativo "Giro del Tibert" adatto a bikers più esperti e atleticamente preparati.

A circa tre Km. a monte del Santuario di Castelmagno, al bordo della strada ex militare che porta al Colle Fauniera si possono trovare i grandi massi per arrampicata di Rocca Parvo Boulder.
Sempre in questa stagione, è da segnalare che in fraz. Campomolino, sempre per chi ama "arrampicarsi", questa volta con le ruote su pietre, tronchi e ostacoli di vario genere, è presente un'area attrezzata per il
trial.


La variegata vegetazione presente sul territorio comunale, fa sì che nel periodo autunnale il paesaggio si trasformi in una variopinta tavolozza colorata di cui non si può fare a meno di consigliarne la visione.
Da non perdere, magari proprio in questa stagione, una gita nell'inquietante e selvaggio vallone di "Val Enquiaousa" (Valle chiusa) che parte dalla provinciale a metà strada tra Pradleves e Campomolino.




Per quanto concerne l’escursionismo invernale, il buon innevamento e la varietà di paesaggi hanno permesso ad alcuni itinerari di diventare dei classici dello Sci Alpinismo e dell'escursionismo con le racchette da neve, tra questi vi segnaliamo:
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Santuario di San Magno - Monte Tibert
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Santuario di San Magno - Colle d'Esischie - Colle Fauniera
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Fraz. Chiappi - Monte Viridio
- Santuario di San Magno - Monte Crocette

Per gli amanti dell'arrampicata su ghiaccio, segnaliamo le cascate ghiacciate che, nei periodi più freddi, si formano in modo naturale nei dintorni di Campomolino.





In questa pagina immagini di:
Claudio Pallard  Ezio Donadio  Luca Falco  Daniele Garnerone  Daniele Rovera  Dario Donadio


 Per contattarci:  castelmagno.oc@gmail.com